Friday, February 24, 2006
canzoni deprimenti
Eccovi un articolo divertente tratto dal Corriere della Sera, che parla di come gli utenti del corriere.it abbiano accolto la notizia dell'uscita di un libro sulle 50 canzoni italiane più deprimenti di sempre. Non vi posto l'articolo originario, che potete sempre andarvi a cercare...preferisco questo dove i lettori si sfogano con argomentazioni demenziali su cosa manchi nel testo in questione....eheheh...Buona lettura. L'autrice è MARIA LUISA RODOTA'.
Distinzione importante: ci sono canzoni che deprimono e canzoni con cui si ama deprimersi. Le seconde sono piezz'e core, si direbbe a Napoli: hanno cullato rotture amorose, infelici infatuazioni, abbandoni e tradimenti. Le prime sono uno strazio; ma fan sempre parte della nostra vita. Distinzione minore ma cruciale: ci sono canzoni che esaltano certi ascoltatori e spingono altri a chiamare in lacrime l'amico/a del cuore perché corra a portagli del Prozac. Per dire: nel fumoir del secondo piano del Corriere eravamo in molti a rallegrarci con «Bella stronza» di Marco Masini (le donne la trovavano sanamente vendicativa, gli uomini sexy), in chiaro dissenso con gli autori di «Da una lacrima sul viso» che l'hanno inserita nella loro lista; invece nel sondaggio del Corriere.it un bel 7 e rotti per cento (cifra imprecisa ma il sondaggio è ancora in corso) dei votanti (circa 18 mila, certi rilevamenti recentemente sbandierati hanno campioni ben più esigui) considera «Bella stronza» deprimentissima.
Anzi prima tra le cinquanta deprimenti, seguita da «Uomini soli» dei Pooh e da «In morte di S.F.» di Francesco Guccini, che in assoluto è la canzone italiana che provoca più gesti scaramantici irriferibili. Guccini è quasi alla pari con la «Canzone di Marinella» di Fabrizio De Andrè (e in effetti: molte generazioni di ragazzine hanno avuto un'amica lamentosa che la metteva a manetta). Segue la straziante «Poster» di Claudio Baglioni, «Silvia lo sai» di Luca Carboni, «Il carrozzone» («"Il carrozzone” però che palle», scrive quel sant'uomo del dj Linus che introduce il libro). E poi «La solitudine» di Laura Pausini — che è il Giampiero Galeazzi della canzone depressiva, dicono gli autori; anche volendo non la si può ignorare.
Chiude l'alta classifica «I giardini di marzo» di Lucio Battisti. «Ma tutto Battisti va bene per deprimersi alla grande», ha scritto più d'uno sul forum Avanti Pop del Corriere.it. Dove sono arrivate caterve di post a favore, contro, e di integrazione: «Ma come avete fatto a scordarvi di Claudio Lolli?», hanno protestato vari ex ragazzi degli anni Settanta (lo sono anche se non lo hanno detto; risposta possibile, Lolli è sempre stato fieramente di nicchia depressiva). «Ma perché siete tutti prevenuti nei confronti dei Pooh?», chiede Mari (macché prevenuti, il ripensare a «Uomini soli» su un tram milanese alle sette di sera è quasi certamente una delle cause del boom delle happy hour rinforzate). Non mancano acute analisi di certe famose depre-songs: «Luci a San Siro è una delle canzoni più ruffiane che abbia mai sentito e una spettacolare stracciacollant» (Rikkitikkitavi).
Tra le richieste di aggiunte, va poi fortissimo «Margherita» di Riccardo Cocciante. I deprecantanti più citati oltre a Battisti e Baglioni sono Guccini-Masini-Pausini più Tiziano Ferro tra i giovani. Qualche forumista di buonsenso ha rilanciato: ora diciamoci le canzoni che mettono di buon umore, per favore, per pietà. Anche se, anche potendo, nessuno vorrebbe cancellare dalla sua memoria la depre-song che più lo/la coinvolge. Su quelle che deprimono e basta, ha ragione Linus.
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3 comments:
ahahaah! questo pezzo è fighissimo!
la depre-song!
fammi pensare a una depre-song...
mi spiace dirlo ma in questo momento m'è venuto in mente vasco. mi spiace perchè vasco è un grande, ma io "ogni volta" non la reggo più.
non è la mia sola depre-song ma ora mi viene questa...
Falco ho la TUdda.
Io di depression song ne ho una caterva. Però le canzoni hanno un pregio: Sono fantastiche da cantare al Karaoke. Più sono da indovena più danno soddisfazione.Ess..dai quando torniamo in Bidda organizziamo una bella cantata di Depre-song al New Age.
Dio delle cittàààààààààààà...
falco, ora si che ti considero un etnomusicologo: la tua analisi della canzone è straordinaria.
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