Sunday, March 30, 2008

si riparte.

ciao a tutti, starò fuori fino al 7 aprile. forse aggiorno in viaggio, forse no. nel mentre...buone cose a tutti, e che la primavera sia con voi!

Sunday, March 23, 2008

dopo 20 gg.



alla fine ti senti come se mancassi da una vita e le cose fossero tutte rimaste immobili ma non è così.
ti restano poi in mente i 100 km per grenoble e i tram e la maison e il catering e il montaggio e l'alternatore e l'albergo e la moquette e il tajine.
o chassieu deserta e coi lavori in corso e l'albergo chiuso ed il kebab di erri e l'insalata del pastore ed il manifesto senza tutti i curricula.
o martigues dopo marsiglia che è sud e moules e sole e sorrisi e ui-fi ed un teatro che reagisce a sarko e una tripla su due piani ancora da fare e senza responsabilità.
o parigi e peter brook, e les bouffes con samuele che sorride al primo accordo, e il platano e la yassa e la moschea ed il rispetto per chi prega ed il rispetto a prescindere, e jeanpaul che passa in fretta e la passerella sulla senna e il decathlon con le notizie brutte di persone che non ci sono più mentre tu sei a parigi e inneggi alla vita ed al bello e magari ti senti in colpa.
o calais che dovresti vedere dover ma fa freddo ed allora è plateau e mortadella di pasquini ed è gente che suda per darti il suo posto, per accogliere il pubblico, e per produrre cultura laddove nessuno potrebbe volerne nemmeno a 3 euro.
calais è il teatro delle ariette coi suoi odori felsinei e con gli occhi tragicomici di chi mette sul palco se stesso e commuove: per voi un abbraccio fraterno.
o eysines coi suoi semafori allucinanti, e la suicida col ragazzo napoletano, o bernard che sembra sardo ed è solo gentile e professionale, e la ruota di bordeaux, e il piccolo commercio di fabien innaffiato di muscadet, e frankie che mangia ancora nel lunapark e monica che si scioglie nel vino rosso e in alcune affligem.
o gap col suo ibis irritante e fu-fu forfettario, e la passerelle così satura di gente, che ti chiedi come fai ad avere 600 prenotazioni in una città di 40mila abitanti che potrebbe essere nuoro.
e la conclusiva blois, imperfetta e rilassante, con gian che ci dedica DENTRO LA TASCA DI UN QUALUNQUE MATTINO, dicendo che il nostro lavoro nell'ombra è prezioso, con erri che mi regala il suo opinel, e gabriele che mi porge il suo disco e mi dice che è stato un piacere.
contate su di me, grazie, ed io conto su di voi.
e infine ci siamo ancora noi, più piccoli e più vicini e più stretti in un sorriso, dopo le incomprensioni.
mi sa che tu sei la parte superiore delle mie labbra quando chiudo la bocca, e rimango in silenzio ad ascoltare noi due.

Sunday, March 16, 2008

piedi.


stasera vorrei lavare i tuoi piedi
e tenerli vicini ai miei
e tenerti vicina a me
e forse perfino trattenerti,
io che non tengo nessuno e non mi forzo a fare nulla.

stasera vorrei che i tuoi piedi arrivassero qui
e potrei privarli delle tue calze
o potrei scostarti i capelli e guardarti alla fine negli occhi;
stasera non mi farei interrompere e finirei di dire tutto
ti porterei la serenità e gli obiettivi
ti offrirei su un piatto un futuro impossibile.

stasera vorrei romperti in un abbraccio e ricomporti
stasera vorrei baciarti fino a sentire di nuovo dolore
stasera vorrei che mi dicessi ad oltranza tutte le parole più lente.

stasera vorrei un palco ed un piano per ascoltarti
e vorrei tutti voi in prima fila,
tutti voi che sapete quanto ci tengo questa volta
e quanto lo so che è difficile.

stasera vorrei lavarti i piedi,
dirti che è difficile, complicato, forse irrisolvibile e irreale
ma vorrei nonostante tutto che tu rimanessi
e mi chiedessi ancora di lavarti i piedi
con l'acqua che scende giù mentre aspetti che si asciughino.

stasera vorrei lavarti i piedi e basta,
per riuscire ad averli di nuovo tra le mie mani.

Saturday, March 15, 2008

I nostri incontri d’amore al “Leone” - Izet Sarajlic


Come avremmo potuto invecchiare magnificamente
tu e io,
senza questa follia nazionalista slavomeridionale.

Ed invece
di tutta la nostra vita
sono rimasti solo
questi nostri tristi incontri d’amore al cimitero del Leone.

Voglio dirti
quando sono più felice in questa mia infelicità:
quando al cimitero mi coglie la pioggia.

Mi piace da morire
Inzupparmi insieme a te!

Monday, March 10, 2008

a(p)presto.



la parigi di ieri e oggi è grigiastra di pioggia interna ed esterna.
è la periferique che inizia 60 km fa, e vedi la torre di montparnasse e dici: OH MAMMA MA E' PROPRIO PARIGGGGGI.
la parigi di ieri aldo non la vedrà più, ma la vedrà andrea e per questo val bene una e forse due messe.
ma aldo, con la sua voglia di vivere immensissima, è dovuto scappare via e so che oggi vorrebbe tanto che ridessimo invece di piangerlo senza risposte.
a me questa parigi senza aldo mi fa pensare che sulla passerelle beauvoir tira sempre un vento più forte del normale, anche alle 3 del mattino.
mi fa pensare che il tempo è pochissimo e me lo scordo sempre perchè a volte mi distraggo: la vita è un pò un lavoro, ti devi concentrare sempre tanto e non perdere mai d'occhio i dettagli, altrimenti non fai bene, altrimenti non vivi bene.
oggi parigi è quel caffé che jeanpaul mi ha fatto alle 7,55 dopo che mi ero appena alzato: che poi mi ero alzato per lui, chi riesce a dormire senza salutare un amico che non vede da mesi che si prepara per andare al lavoro?
o meglio: mi sono alzato per noi.
parigi è aspettare che stasera monica accenda le stelle della scena finale: tante stelle su fondo viola: ogni sera quelle stelle mi sembrano vere anche se siamo in un teatro, mi sembrano prese da fuori, e non è solo che monica le accende nel momento più giusto, è che sono proprio belle le stelle di questo spettacolo.
le stelle mi fanno pensare alla gioia di quando ci rivedremo, a quando potrò stringerti e sfogarmi di tutto questo dolore misto a passione e intrecciato ancora con le cose migliori e peggiori che compongono questi giorni.
e vorrei che ti sfogassi anche tu,
vorrei ci sfogassimo tutti per le cose spigolose che ci teniamo dentro e non riusciamo mai a sistemare, vorrei che ordinassimo i nostri cassetti, i nostri armadi confusi, e poi uscissimo dandoci la mano, o semplicemente andando nella stessa direzione in cui si prova a vivere bene.
a bientot, mi han detto.

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