Monday, October 15, 2012

eccomi di nuovo

all'uscita dal pronto soccorso
ho respirato quell'aria fresca e un poco umida,
mentre aspettavo marta,
e ho iniziato a camminare verso casa,
con mia madre,
quasi sollevato.

ho fatto caso ai colori della sera
i colori di una bologna buia,
e mi sa che mi sarebbe mancato tutto.

e tornato a casa dall'ospedale
ho messo su un brano che mi piace
forse "simmetrie" degli scisma
e poi ho ricordato tutti gli odori
i volti che avevo visto dal giorno prima
quelli dei miei amici che ho in testa da tempo,
e di cardo che era accorso a farmi visita.

verso mezzanotte ho pianto
brevemente ma forse erano lacrime grandi
le lacrime di quando credi che dormirai nel tuo letto
senza restrizioni, di nuovo tu,
verso mezzanotte appunto ho pianto.

così da liberarmi di un peso,
il peso più grande che si possa avere quando si entra in un ospedale credendo di non uscire più come prima;
il peso di quando una parte di te smette di funzionare e tu capisci che stai rischiando la vita e tutto questo accade di fronte ad alcune delle persone alle quali tieni in assoluto di più, quelle persone che vedono il terrore e l'impotenza nei tuoi occhi.

ho pianto
e non pensavo di dover piangere,
forse avrei dovuto sorridere alla vita,
ma ho pianto
come a dire CHE CULO
come a dire TI DEVO VEDERE
come a dire CHE DONNA MIA MADRE AL MIO CAPEZZALE SENZA BATTERE CIGLIO, ANCORA UNA VOLTA.





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