Friday, March 09, 2012

luciodalla

Ho visto luciodalla per l'ultima volta il 20 gennaio, in aeroporto, andava a Roma.
Per chi come me vive a Bologna era una presenza in cui facilmente ci si imbatteva.
Tutti sapevano dove abitava, e nei posti piu' strani compariva all'improvviso,
Cosi da sembrare un fumetto.
Ricordo uno spettacolo di anni fa, ambientato nella russia di Cechov,
Per cui venne nei camerini a salutare i suoi amici
E dunque pure io ho avuto la fortuna di stringegli la mano e scambiarci due parole.
Lo seguiva quel ragazzo che ho ritrovato nelle immagini del funerale,
Un ragazzo che sembrava impacciato mentre gli reggeva quelle mille buste piene di idee e spartiti e quaderni.
Cosa fosse per lui quel ragazzo han provato a dirlo in tanti, ma io non mi interesso di saperlo.

Mi e' spiaciuto non essere a Bologna in questi giorni per poterlo salutare
E mi e' spiaciuto non riuscire a dirgli niente quei pochi secondi che sono stato li con lui.
Ma d'altronde cosa dici ad un artista cosi grande?
Da dove inizi a fargli i complimenti o a cercare di capire come diavolo si faccia ad essere cosi grandi con le parole?
Eppure con luciodalla ci tocca fare ancora una volta i conti con il tempo,
E mi tocca anche il ricordo di quella cassetta blu che mio padre ascoltava in macchina quando io ero minuscolo.
Quella cassetta piena di parole incastrate con una bravura rara, e una foto in copertina un po' forte ma anche rassicurante.
E' morto luciodalla, insomma, e qui giu' siamo tutti un po' piu' tristi,
E meno immersi di parole e musica.

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