Sunday, October 25, 2009

Velimir Chlebnikov

Poco, mi serve.
Una crosta di pane,
un ditale di latte,
e questo cielo
e queste nuvole.

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Ma io vengo da te, in Tibet...
Mi cerco una casetta, là,
Il tetto coperto di cielo,
Cinte di vento le pareti
Il soffitto che guarda le erbe,
Per terra dei fiori, verdi.
Là, calmerò le mie ossa.

Tuesday, October 20, 2009

sia


aiuto, l'ho fatto ancora
sono stato qui già tante volte
mi faccio del male ancora oggi
e la cosa peggiore è che non c'è nessun altro da biasimare

sii mio amico
aiutami, avvolgimi
sfogliami
sono piccolo
e bisognoso
scaldami
e respirami

mi sono perso ancora
perso e sono dove non mi possono trovare
si, penso che potrei mollare
mi sono perso ancora e non mi sento al sicuro

sii mio amico
aiutami, avvolgimi
sfogliami
sono piccolo
e bisognoso
scaldami
e respirami

sii mio amico
aiutami, avvolgimi
sfogliami
sono piccolo
e bisognoso
scaldami
e respirami

Monday, October 19, 2009

attimi.

non ho bisogno di un attimo in piu'
non c'e' bisogno di dirmi le cose che non dici tanto spesso
(anche se mi piace sentirle)
perche' io le sappia
perche' io le conosca
perche' io sia tranquillo,
nel caso in cui non ci fosse un altro attimo
oltre questo appena finito
oltre questo appena passato
insieme.

Wednesday, October 14, 2009

richieste in autunno.

ieri e' arrivato l'autunno
e stavolta, senza scherzi,
sembrava che non dovesse arrivare mai.
e son tornato a casa ghiacciato con l'olio di mandorle per il ney,
e pochi sanno che cosa vuol dire oleare un ney, nemmeno io tra questi lo so.
mia madre dice che da loro ancora non e' arrivato l'autunno,
e' solo scesa la temperatura,
a me sembra uno scherzo questa cosa che in diverse regioni oramai ci siano diversi climi.
e' uno scherzo di pessimo gusto, che mi offende.
comunque l'autunno e' arrivato di colpo
come quando il postino ti suona e ti fa scendere alle 11,30.
e l'autunno ha chiesto permesso alle tue labbra,
nelle strade che per poco han portato a casa.
ha chiesto permesso alle tue gambe piu' magre
ma a me sembrano sempre forti, comunque gli auguro di trovare altra forza per sorreggerti.
ed ha chiesto olio alle nostre biciclette,
che ora non parcheggiamo di fianco
e che non chiudiamo a chiave se ci stiamo vicini.
ed ha chiesto un lavoro dopo la fine del precedente contratto
ora che tutto finisce e poche cose cominciano,
e pensa quante continuano, beatamente,
ma le cose continuano anche da sole, e quanto affascina guardarle,
e confermarle, e sorriderne.
a volte anche le cose piu' dense e complicate ci fanno sorridere, e' strano.
e l'autunno ti ha chiesto qualcosa di nuovo e di tuo,
e l'autunno non delude, perche' l'autunno non finisce mai,
quella e' l'estate.
ed ha chiesto un cappotto francese comprato a Saint Germain a poco prezzo per essere Parigi,
ha chiesto ai cugini francesi uno scorcio,
ed ha chiesto a Montpellier un lavoro e qualcosa di nuovo,
ha chiesto agli amici un appoggio teatrale e accogliente,
ha chiesto a se stesso pazienza.
si pazienta facilmente, quando ci si manca.
ha chiesto tensione o concentrazione oppure un pochino di gioia.
non esistono persone che possono distruggerci,
ci distrugge solo il ritardo della nuova stagione,
se aspettiamo che sia quella fredda.
non esistono luoghi che ci tengono lontani,
esistono solo strumenti da appoggiare sui piani.
e da riprendere, cosicche' imparino o riprendano a suonare.

Tuesday, October 13, 2009

hai capito gli inglesi col banjo?



questo disco si intitola SIGH NO MORE, loro sono i MUMFORD & SONS, fanno una sorta di folk impiastricciato e bastardo e bravi loro.

Monday, October 12, 2009

in qualsiasi altro mondo.

e' incredibile che un giorno curiosi su youtube e scopri, per assonanze, per termini comuni, per associazioni anche ignote, per senso melodico, che esiste una canzone bellissima, cantata benissimo, suonata ancora meglio, e arrangiata splendidamente, di un musicista che associ soltanto ai cellulari, o ad un genere commerciale. e invece basta poco. cosi poco che mi sembra inattaccabile, e devo parlarne.

Saturday, October 10, 2009

vai Tigran!!!

nuovo talento del jazz: un polistrumentista armeno che vive a new york e viaggia come pochi.

Tuesday, October 06, 2009

il ritorno di EDDA.

Erano gli anni 90, e nel rock italiano, oltre alle primissime prove in italiano degli afterhours, dei marlene, dei csi primi in classifica, c'erano anche i cosiddetti (primi) gruppi indipendenti che riscuotevano consensi e successi.
tra questi mi vengono in mente gli scisma, ma questo post invece non parla di loro, bensi di un gruppo milanese noto come RITMO TRIBALE, autori di storici brani come UOMINI, o la ballatona SOGNA.
7 dischi all'attivo, una carriera inarrestabile almeno fino al 1996, quando del loro leader, stefano rampoldi detto EDDA, si sono perse le tracce.
13 anni dopo EDDA e' ricomparso, dopo che i suoi vecchi compagni han fatto perfino una applaudita reunion senza di lui, che se si guardano i video su youtube il commento piu' leggero e' che senza EDDA e' tutto tristemente diverso.
e lui non risponde, non c'e', e' altrove, e dopo 13 anni pero' esce con un disco da molti salutato come un capolavoro di minimalismo, poesia, ed essenzialita', intitolato "semper biot", sempre nudo.
canzoni, semplicemente canzoni, sempre canzoni.
la cosa piu' interessante pero' di questa storia e' il personaggio, che in questi 13 anni ha ammesso candidamente di essersi drogato perche' non riusciva e non aveva voglia di stare dietro alla vita da rockstar, e in diretta dalla Bignardi (come daria abbia fatto a trovarlo, conoscerlo, e portarlo in trasmissione nessuno lo sa!!!) ha snocciolato frasi tipo "non riesco ad avere degli affetti perche' tanto fanno male", ed ai complimenti degli addetti ai lavori, della critica, e del pubblico risponde: COSA VUOI CHE TI DICA? STANNO TUTTI ESAGERANDO.
ora, disintossicato, fa l'operario, poi prende la sua chitarra e va a suonare, possibilmente con una felpa nera con scritto ASFANTELLI PONTEGGI o roba simile.
questo e' il primo brano del disco, che si chiude col violino dell'amico MAURO PAGANI, ed ha un testo ispirato al libro di Isabella Santacroce:

Monday, October 05, 2009

mercedes sosa (1935-2009)



regina, ci mancherai.

(per orlo e la frasca).

conosco alcuni luoghi
che sono pochi luoghi
in cui arrivi e sei a casa
ed e' strano arrivare a casa se devi partire da casa
eppure e' cosi.
ci sono persone che ti accolgono
con un sorriso che sembra sempre il primo del giorno
con un chiarore di occhi che percepisci solo quando superi la soglia
e ti chiedi se e' proprio cosi che vanno certe cose
se e' proprio cosi che si costruiscono i rapporti
cementificano le intese
fissano le intenzioni.
esistono dei luoghi dove entri e ti senti in pantofole
dove parli e di colpo tu sei nel cortile di te ora bambino.
esistono luoghi
dove non racconti chi sei e lo sanno
dove non chiedi da bere e te ne danno
dove andrebbe bene anche subire un torto,
a volte si ama anche il torto.
ci sono luoghi
che sono anche gli spazi
e ci sono spazi
che van bene oltre i luoghi.
ci sono aperture
e sintonie mai scritte
che restano dentro anche quando vai via
e ti chiedi
semplicemente
quando sara' ora
del ritorno.

Friday, October 02, 2009

scarafaggi.


c'e' stato quel giorno a Notre Dame, che a me e' sembrato tutto senza tempo.
di questo avrei bisogno ora.

Thursday, October 01, 2009

bambini presenti.

l'altro giorno mentre tornavo dalla mia mezz'oretta di corsa sono passato affianco ad un asilo, coi bambini in pausa pranzo o pausa e basta che si affollavano in un parchetto pieno di giochi dalle forme improbabili.
un bambino scurissimo mi ha subito visto, mentre con una corsetta defaticante davo sfogo alle ultime energie, e dato che avevamo circa 100 metri in comune da fare, separati solo dalla classica rete antipedofili, ha iniziato a correre con me.
lo guardavo in quei pochi metri insieme, che si sforzava di essere piu' veloce e cosi ho iniziato a rallentare lasciandolo in testa, e nel mentre gli altri bambini hanno iniziato a tifare per lui, seguendoci piu' o meno da vicino.
ovvio che quel bambino l'ho fatto arrivare prima di me, e cosi lui mi ha anche urlato HO VINTO IO!
ho sorriso ed ho continuato a correre, come se niente fosse.
in realta' ho pensato che molti di noi hanno avuto un periodo, come quel bambino, in cui hanno pensato che impegnandosi in qualcosa avrebbero poi vinto, e gli altri avrebbero tifato sempre per vederli trionfare, senza particolarismi e senza invidie inutili.
ed ho anche pensato che quello che spero, per quei bambini li e per i bambini che affollano tutti i parchi, e' un futuro meno incerto e spietato del nostro.
e poi invece quello che spero per i genitori, e per tutte le persone che amo e di cui non posso fare a meno, sono 100 metri come quelli, affianco ai propri giochi, sorridenti e vincenti, come bambini.

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