Tuesday, April 13, 2010

GANDOURA

GANDOURA e' una parola africana nuova che ho trovato in un libro letto di recente.
all'inizio GANDOURA e' un vestito che sembra riempire, che eleva l'anima, una sensazione strana di completamento, ora che mi ricordo.
ma GANDOURA significa, anche, contorno, bordo, ma per me vuole dire anche essenza.
che non c'e' essenza senza contorno,
ed a volte sono i contorni che ci portano all'essenza delle cose.
GANDOURA e' una parola cosi semplice che non posso credere che non sia complicata, in realta'.
GANDOURA e' uno sforzo notevole per arrivare alle cose.
GANDOURA e' andare a dormire fidandoti del contorno,
aggrappandoti ad uno sfondo,
come se per dare senso ad un quadro allora tu dovessi per forza possedere anche la cornice.
ed e' poi cosi che le cose acquistano ancora piu peso.
GANDOURA e' una parola che ho scritto sulla lavagna per non perderla, la sera in cui l'ho letta,
ed ho capito che mi piacerebbe leggerla ogni sera, come una prima volta, tra il volto che vedo sorridente ed un OHANA che non ho voluto cancellare troppo.
GANDOURA e' Parigi, l'attesa di Parigi, il ritorno di Parigi, l'amore dei miei amici fraterni a Parigi.
GANDOURA e' una preparazione ed un progetto,
perche' e' da li che si arriva alla realizzazione.
se GANDOURA e' quello a cui tendo,
allora riempirlo, questo contorno,
non sta piu' alle parole,
ma solo alle azioni
alle cose che e' il caso di fare,
ai movimenti,
ai viaggi,
ai percorsi,
ai legami che si ritrovano,
alle tensioni,
alle emozioni,
al ritornare nei luoghi
al ritornare alle persone,
nella giusta GANDOURA,
ammesso che si usi cosi una parola,
ammesso che le parole debbano per forza dirsi
o solo basta sentirle e pronunciarle a bassa voce.
dunque sentilo
anche a bassa voce
o pensaci con leggerezza:
GANDOURA.

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