Sunday, February 12, 2006

mezzanotte di sabato


"Se la gente è così cattiva / Forse è solo perché soffre / Ma è lungo il tempo che separa / Il momento in cui smette di soffrire / Da quello in cui diventa un po’ migliore" (CELINE).

mi preoccupa la cattiveria della gente: quella intenzionale e quella involontaria. mi preoccupa perfino quando vedo dei film in cui qualcuno fa dei torti, o quando per strada noto degli atteggiamenti poco rispettosi o addirittura offensivi di qualcuno o qualcosa. mi preoccupano le persone alle quali tieni, alle quali ti aggrappi, nelle quali semplicemente credi, che ti girano la faccia, ti ignorano da un momento all'altro, ti parlano con odio, non ti affrontano più, e promuovono un'immagine di te con amici comuni falsata. mi preoccupa il mondo del lavoro, coi suoi ritmi piramidali, e tu non sei mai in cima, ma sei un riflesso di una volontà altrui. mi preoccupano le classifiche dei dischi, quando scopro che la gente ama le cose stupide, o semplici, o poco curate. mi preoccupa l'arte, quello che diventa oggi vivere come artisti, mi preoccupano i tagli alla cultura, che diffondono un'idea di società imperniata su apparenze e soddisfazioni da fabbrica dello shampoo. mi preoccupa l'esempio e la presenza di città vuote dove le persone preferiscono stare a casa piuttosto che uscire, stare al computer piuttosto che fuori, bere in completa solitudine piuttosto che cercare il confronto, davanti alla stessa meravigliosa bottiglia di buon vino. la qualità di quello che mangiamo e beviamo è cattiva, è carica di sofferenza, e quella stessa sofferenza costa più delle precedenti sofferenze degli anni passati. e sofferenti. mi preoccupano le strade italiane con persone che chiedono, che non credono, che non possiedono, che non ti guardano, che se hai un problema non si interessano, e che non possono diventare qualcosa di meglio. mi preoccupa chi sorride sempre a comando, chi non si incazza mai perchè è assuefatto. mi preoccupa chi vive nel traffico tutto il giorno e si incazza coi pedoni, coi semafori, con le insegne natalizie, con le maschere di carnevale, con le uova di pasqua. si incazza e peggiora, ed entra nei giornali vittima della propria pazzia o della cattiveria presa in prestito da quello che è diventato per colpa nostra. mi preoccupano i bambini, che giocano in scuole che sempre più sono perimetri militari recintati, e non sono più innocenti, ma colpevoli. e non vedo bolle di sapone, nè palloncini, non vedo lunapark con divertimenti semplici, e non vedo giochi privi di artifici. mi preoccupa l'omologazione dei giovani, vuoti, coi pantaloni scesi sulle mutande, gli occhiali scesi sul torace e la testa scesa sul cazzo. o un tutt'uno con la stessa. mi preoccupa tutto, ma sono sereno quando la mattina sollevo la finestra e c'è il sole, quando su un tavolo trovo del buon vino, quando ti vedo e ti riporto a casa, quando la gente che ho intorno mi sembra protetta da tutto questo, mi sembra preservata dal disastro, e mi sembra semplicemente un dono da scartare ogni giorno.

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