Monday, March 27, 2006

la gente ed io.


la gente pensa che basta impegnarsi nelle cose e allora queste riescono, dimenticandosi che chiudendosi nel proprio spazio non si può comunicare col resto del mondo.
la gente pensa che le offese, le mancanze ai pranzi, le bottiglie non offerte, si dimentichino chiedendo scusa, ed io quando ho chiesto scusa ho ricevuto pazienza ma non oscurantismo.
la gente pensa che il confronto debba per forza essere accettato, invece qualcuno inizia a preferire il silenzio e forse andrebbbe accettato più quello.
la gente pensa che il pensare troppo in grande sia vincente, ma esistono dei limiti che rendono tutto molto presuntuoso, offensivo e poco digeribile dall'altra gente.
la gente pensa che negli spazi che appartengono a qualcuno, questo qualcuno debba seguire dei canoni, per convivere, quando la convivenza è rispetto aprioristico di chi ti fronteggia, a mio vedere.
la gente pensa che se ci si distrae un secondo te la mettono subito in culo, ed a seconda di dove stai non è necessariamente così.
la gente pensa che il blog sia un posto importante, troppo importante, dove capire e trovare risposte, per me è un posto dove passare del tempo e forse interessarsi a qualcosa, non necessariamente leggendo i commenti, non necessariamente leggendo il mio, non necessariamente celebrando e autocelebrando.
la gente pensa che io suono il flauto bene se metto un solo durante un concerto flamenco, ma suonare è ben altra cosa, lo sa l'altra gente.
la gente pensa che io sia i miei amici, mentre io sono io, in compenso inizio a dubitare fortemente di chi mi sia veramente amico.
la gente pensa che io faccia il liceo classico e mi debba difendere da qualcuno, mentre io sono un disoccupato preso bene da bologna a quasi 10 anni di distanza dalla maturità classica.
la gente pensa che il tempo non scorra, ma io quando guardo alla finestra lo vedo correre, e mi sembra di averne poco da perderne in parole, in arrabbiature, in insulti, in proverbi, in indicazioni, in blog, in forum, in critiche musicali serie, in vini di infima qualità, in locali che se piacciono a lei io devo andarci e se piacciono a me devo essere giudicato spendaccione.
io se la gente non la apprezzo non ci esco,
se un barista mi fa qualcosa non rientro nel suo locale,
se non ricevo un invito non vado ad una festa,
se non mi piace un disco non lo ascolto e non lo consiglio,
se devo suonare gratis lo faccio per amicizia,
se devo tenermi a tutti i costi un amico mi sforzo perchè ciò accada, ma non per convenienza o per convivenza.
a volte anche io sono la gente, forse tutti lo siamo, ma io me ne vergogno terribilmente quando ci penso.

5 comments:

AzzaZeL said...

..a me la gente mi sta sul cazzo.

asfidanken said...

falco, sii più preciso sull'agente. Migliaia potrebbero sentirsi offesi, e magari non parli di loro. Assicurativo? Ionizzante? Complemento?

intanto, mi complimento con il pollocks per il libros... grande! Lo leggerò con piacere. Anche in memoria di infinite riunioni redazionali sul tema "perché non riesco a scrivere poesia quando sono innamorato".
Abbiate Fede, e tenetelo!

AzzaZeL said...

eheheheh più che altro era una frase estrapolata da un monologo di Paolo Rossi,"a me la gente mi stà sul cazzo",io non sò neanche chi sia la gente,è un entità troppo astratta,ma se si parla di quelli nella foto mi sembrano,e niente di strano che lo siano,indiani d'India nel bel mezzo di qualche raduno a carattere spirituale,non mi stupirebbe se fossero sulle rive del Gange.

Betta said...

Pure a me sta sul cazzo l'agente, la mia, che non mi propone un cazzo di provino interessante che non sia fiction.
Falco, lo so che noi linguistici maturati al classico non abbiamo mai avuto l'approvazione di voi grecisti. Tutta invidia.

janamala said...

a me alcuna gente mi sta sul kazzo.

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