Monday, April 23, 2007
notti e mattine
eravamo una bella compagnia di amici, in fondo, anche col disincanto di adesso.
liberi come non siamo più, non siamo mai stati, non lo so.
eravamo le cose migliori che si potessero desiderare, con l'innocenza dei 18 anni, coi sogni e le speranze di realizzazioni alte, così grandi che non ci si rendeva conto che il mondo cambiava,
che la gente occupava soltanto per non andare a scuola,
ci si instupidiva tra playstation e solitudini reali,
il lavoro moriva come concetto passato,
la città smetteva di offrire e non creava più
o forse non offriva nemmeno quando noi eravamo i suoi ospiti più o meno forzati più o meno a nostro agio.
ed ora vi penso e spesso vi vedo,
quando posso o quando torno o quando lo sento,
e mi rendo conto di quanto siamo fragili
di quanto ci sia poco da invidiare negli specchi che arrampichiamo.
sembriamo di porcellana, molti di noi lo sono davvero,
io per primo.
ieri ti sei svegliato che nemmeno riuscivi a parlare
e che non avevi voglia di fare nulla
e dovevo dire stronzate per distrarti
e volevo vederti sano come un pesce grazie ad un mio sguardo.
mi basta aver visto il tuo sorriso mentre imitavo uno di noi.
ed ora ti auguro un sonno tranquillo
una vita sorridente
un figlio che ti chiami Babbo e non Papà,
e che sia orgoglioso della tua forza perchè ne hai una grandissima,
e della forza di sua madre. buonanotte.
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