Wednesday, July 12, 2006
vorrei che tu fossi qui.
dal sito del Corriere: CAMBRIDGE (Inghilterra) - Il fondatore dei Pink Floyd Syd Barrett, alla nascita Roger, è morto a 60 anni. Lo ha reso noto un portavoce anonimo dalla sua ex band, poi è giunta la conferma del fratello, che ha parlato di una morte serena a casa e ha annunciato un funerale in forma privata. Le cause del decesso sono legate secondo il sito della Bbc (manca ancora un comunicato ufficiale) al diabete, secondo altre fonti a un tumore. Barrett viveva in solitudine e isolamento da anni in una piccola casa della nativa Cambridge L'artista è stato uno dei fondatori, il primo cantante, chitarrista di punta, autore di pezzi e in definitva l'anima musicale nei primi anni della band. Dopo il primo album, The Piper at the Gates of Dawn (1967), lasciò il gruppo a causa anche dell'uso crescente di droghe e all'instabilità di comportamento, che lo classificavano come sofferente di malattie mentali vere e proprie. Negli anni '80 è stato curato nella clinica di Fulbourne, poi ha speso due anni in una struttura di accoglienza, prima di tornare nella natia Cambridge vicino a una sorella. Le ipotesi che circolano sono la schizofrenia e una forma di autismo.
dal blog di Ernesto Assante:
Aveva compiuto sessant’anni qualche mese fa, il 6 gennaio, ma il suo non era stato un compleanno festeggiato in grande stile, con pagine di giornali e interviste alle tv di mezzo mondo. No, Syd Barrett, il fondatore di una delle più leggendarie band della storia del rock, i Pink Floyd, aveva celebrato il compleanno come aveva festeggiato tutti gli altri da trent’anni a questa parte, con la sua famiglia, in privato, lontano mille miglia dal mondo del rock. Anzi, lontano dal mondo, perché Roger Keith Barrett, soprannominato Syd, aveva lasciato il mondo che noi conosciamo da moltissimo tempo, da quando i suoi personalissimi mostri avevano preso il sopravvento, da quando nella sua mente aveva aperto una porta che lo aveva portato altrove, lontano da qui.
Il primo grande "folle" della storia del rock se n’è andato in silenzio, venerdì scorso: "Syd è spirato molto serenamente un paio di giorni fa", ha annunciato laconicamente il fratello Alan, "I suoi funerali si svolgeranno in forma privata a cura della famiglia". Nessuna indicazione sulle cause del decesso; ritiratosi volontariamente da trent’anni in isolamento a Cambridge, dove era nato, il musicista oltre ai problemi mentali che lo avevano portato ad abbandonare ogni attività musicale, soffriva comunque da tempo di diabete. Lui non parlava più dei tempi dorati degli anni sessanta, l’ultima intervista vera e propria l’aveva rilasciata nel 1971, non si riconosceva più nel mistico cantore della psichedelia, nel musicista che aveva spalancato le porte rock ai suoni più inusitati e singolari, nel ragazzo bello e spericolato che aveva perso il controllo di se stesso usando l’LSD. Non rispondeva più nemmeno al suo soprannome Syd, ma solo al suo vero nome Roger, perché il passato per lui era veramente passato, sepolto, dimenticato.
Non aveva più incontrato i compagni d’un tempo, Roger Waters, Nick Mason e Rick Wright, con i quali aveva fondato nel 1965 i Pink Floyd, e nemmeno David Gilmour, che aveva preso il suo posto nella band e che aveva prodotto i suoi due album solisti, "Barrett" e "The Madcap Laughs", se non una volta, quando a sorpresa si presentò nello studio mentre il gruppo registrava "Shine on you crazy diamond", con uno spazzolino da denti in mano, ingrassato, totalmente rasato, "Nessuno di noi lo riconobbe", raccontò in seguito Rick Wright, "lui si sfregava i denti e saltava. David si mise a piangere. Fu terribile".
Non era sempre stato così, anzi. Suo padre era uno psicologo ed un appassionato di musica. Fu lui a spingere il giovane Syd verso la musica così nel 1965, a diciannove anni, il giovane Syd si unì ai Pink Floyd. L’arrivo di Barrett spostò gradualmente il baricentro della band dal blues alla psichedelia, dalle cover di r’n’b come facevano i Rolling Stones e gli Yardbirds alle composizioni originali, dove l’improvvisazione e la sperimentazione assumevano un ruolo sempre più importante. Nel 1967 la formazione incide il suo primo album, "The Piper at the gates of dawn", tutti i brani tranne uno portano la firma di Barrett, compresi quelli di maggior successo come i singoli "Arnold Layne" e "See Emily Play", o come "Astronomy Domine", destinata a diventare un "marchio di fabbrica" del nuovo suono psichedelico del gruppo, sempre più interessato ad allargare i confini del rock. Il disco porta il gruppo al successo ma Barrett inizia a perdere il controllo di se stesso, soprattutto a causa dell’uso frequente di droghe sintetiche, soprattutto Lsd. Il suo comportamento diventa imprevedibile, sul palco spesso si mette da una parte e suona costantemente solo un accordo o non suona affatto, in studio propone nuove canzoni ma non le suona mai due volte allo stesso modo rendendo difficile il lavoro per il resto della band. Dopo un disastroso tour americano viene chiamato nel gruppo David Gilmour, per sostenere le parti musicali di Barrett, ma la tensione tra Syd e gli altri componenti della band non tende a calare. Quindi la rottura. La leggenda vuole che il resto del gruppo, dovendo partire per un concerto a Southampton, una mattina del gennaio del 1968 non passò a prenderlo, lasciandolo a casa e che nelle settimane seguenti anche i tentativi di utilizzarlo ancora come autore per la band risultassero inutili. Nel marzo del 1968 i Floyd annunciarono ufficialmente che Barrett non faceva più parte del gruppo.
Senza i Pink Floyd, ma con la loro collaborazione, Barrett continuò brevemente la sua attività musicale pubblicando due album nel 1970, "The Madcap Laughs", registrato tra il 1968 e il 1969, e "Barrett", registrato nei primi mesi del 1970. Un solo concerto, il 6 giugno del 1970, una trasmissione live alla Bbc nel febbraio del 1971, e poi nel 1972 tre giorni di registrazioni negli studi di Abbey Road per un nuovo album, che non vide mai la luce, quindi Barrett decise di smettere, tornò a Cambridge nella casa di sua madre e da allora non fu più Syd Barrett, ma solo Roger Keith Barrett, il musicista che un tempo toccò il cielo con un dito, che bruciò le sue ali volando troppo vicino al sole.
insomma.....un altro grande lutto, un altro vero ed enorme artista ci ha lasciati definitivamente.
buon riposo piccolo e instabile genio.
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3 comments:
Attraverso Baby lemonade mi ha fatto scoprire l'amore,attraverso
Effervescing elephant mi ha dato il sorriso....il cappellaio matto della musica...dolce tenero oscuro....un misto tra realtà e surrealità tra
inconscio e subconscio...un vero idolo...l'uomo piu importante della musica
inglese.....
Addio Syd e grazie per aver suonato per noi...
In "Barrett" Syd sembra offrirci lampi di lucidità, a tratti addirittura luminosa... dalla ritrovata vena folk, alla prolifera amicizia musicale con Gilmour al gusto leggero dell'ironia (Effervescing Elephant). Syd da il meglio di se nella sua prima e unica canzone d'amore, dedicata alla sua donna , Gayla , in un pezzo dalla semplicità e bellezza disarmante: "Love Song". Ma tutto cio' non è che illusione ...che si perde nei lamenti di "Dominoes" e "Rats". "Barrett" quindi sembra un promettente ritorno, mentre invece è l'ultimo e definitivo addio di un artista che ha riempito la scena psichedelica degli anni 60 e scritto in modo indelebile nella musica di sempre il suo nome e la sua triste storia.
cugi innanzitutto il vero colpevole è quello che provoca e poi per forza era instabile c'aveva il diabete mi!
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