era un periodo Berlino in cui si parlava di edifici in cui si adoravano le perimetrie le decadenze le prese di corrente all'aperto tra la neve. era un periodo Berlino in cui ci si staccava dal teatro in cui si pensava meno possibile ai percorsi in cui non si sapeva dove parare a Settembre. era un periodo Berlino di foto in bianco e nero invecchiate in partenza di locali fumosi e di birre aromatizzate. era un periodo di quadri di sbronze di tragitti in macchina di smarrimento e di coraggio di imprevisti e di chiavi doppie. era un periodo di odori ma era un periodo di cambiamenti di dipinti appesi da tempo in galleria o appena finiti sul pavimento affianco al water. era un periodo che oggi mi hai ridato con quel quadro che ora resta appeso a me di fronte e mi ricordo di Berlino un poco mia un'idea nuova una ripartenza fortissima uno stimolo dal pianto del passato. è un pò più mia Berlino dai tuoi colori dalle spatole prese al mercato coi tuoi consigli coi tuoi racconti dell'India quando già ero un poco alticcio coi ristoranti a cui mi hai fatto abituare. era ed è un pò mia Berlino quando al ritorno mi sono ricordato che in questo tempo è possibile costruire è possibile sentire amore è possibile creare è possibile esistere riempiendo te e gli altri della tua fatica del tuo lavoro delle tue emozioni di una corsa all'armonia.
sarebbe oggi che non so dove sei che non so con chi parli né che lavoro fai che a stenti riconosco la tua voce che dal vivo so che sei ancora più bella del ricordo che ho che ti ho voluta parlare per una volta in modo da proteggermi nelle prossime. sarebbe oggi che mi son sentito in qualche modo leggero e sollevato e trasparente e sono uscito che ti avevo comunque che eri mia dopo tutto questo tempo come sempre ed eri mia in un modo cosi pacato che mi bastava saperlo. e viceversa, perché sentivo cosa accadeva nel tuo altrove contemporaneamente al mio. sarebbe oggi o forse era ieri o domani che tutto mi è sembrato semplice e finalmente non stavo dormendo. e tutto mi è sembrato piccolissimo come un fiore messo dove nessuno ci arriva, che magari si difende come dici che fa il corallo. ti difendi come il corallo? questo tutto mi è sembrato facile li dove non ci sono parole progetti promesse. ci sono le tue labbra che si adagiano sulle mie con la regolarità del sonno di un bambino e mi riprendono e mi lasciano e mi riprendono ed io non voglio più gli occhi per vederti ma ti respiro da lontano come se tu fossi ancora qui a cullarmi.
ho comprato un bracciale a Torino per non perdermi per ricordarmi del mio polso per consolarmi per abbellirmi. ho comprato un bracciale per non perdere aderenza per avere il colore dell'argento alla fine delle braccia. avrei voluto anche un anello un anello mio a cui aggrapparmi. un anello da tenere sempre al dito senza doverlo temporizzare. ho comprato un bracciale per decorarmi per accettarmi per misurarmi per guardarmi ed essere contento di ciò che vedo ora che se guardo oltre divento severo come se nessuno portasse bracciali per distrarmi dal resto. come se nessuno fosse abbastanza forte da sconfiggere il mio sguardo infastidito sul mondo.
sto partendo oggi, e domani notte ritorno qui. e dopodomani invece casa. mi incasina la mia casa, mentre la riordino e sposto le cose che non devono più starci. sono in giro da tre giorni spaesato rincoglionito rintronato assente presente concentrato slogato disfatto composto ubriaco affascinato dilaniato deluso perplesso cosciente conveniente confidente affettuoso amato che amo che tiro che spezzo che acciuffo che tendo che provo che aspetto che passo che resto che muovo che credo che non credo che capisco tutto che non capisco niente che mi calmo che sorrido che vorrei sorriderti che mi rigiro prima di dormire che mi sveglio e vorrei ricordare il mio sogno di stanotte. non ricordo quasi mai i miei sogni eppure ne avrei bisogno vorrei capire se ci sei tu nei miei sogni se le cose che fai le ho capite se le cose che non hai fatto le ho perdonate se alle cose che dici ci credo davvero e cosa spero. sto partendo oggi che mi manca un sorriso a cui tornare che mi manca una macchina da aspettare. c'è un percorso, da qualche parte, che forse è il mio. una strada definita, coperta di polvere coperta di angoscia coperta di rabbia, nella quale cammino con le mani sugli occhi per non vederla ma farla lo stesso che a volte non si sa mai chi trovi alla fine e magari alla fine non trovi nessuno tranne un te stesso più cosciente meno incazzato più sorridente meno tagliato più paziente meno informato più attento meno accennato più bello meno ingessato più propenso meno annoiato più felice meno assonnato più grato meno articolato più fiorito meno seccato. me lo ricordavo il sogno di stanotte, mi ha svegliato contento. e tu, cosa sogni tu? ti sogni mai come non sei? ti sogni mai come sei stata? ti sogni mai dentro una foglia dentro un viale invernale? ti sogni mai che quando ti svegli sei ancora quel sogno e sei bellissima? ti sogni mai che allunghi la mano e mi cerchi e non sai che cerchi me e non ti ricorderai mai che cerchi me? fin quando non ti svegli e vai e magari sai chi sei senza resto da sola come quando infilavi due vicoli e mi arrivavi. e quei vicoli sono ancora li e da me si può ancora arrivare.
Le tue parole fanno male, sono pungenti come spine, sono taglienti come lame affilate e messe in bocca alle bambine, possono far male, possono ferire, farmi ragionare sì. ma non capire, non capire! Le tue ragioni fanno male, come sei brava tu a colpire! Quante parole sai trovare, mentre io non so che dire... Le tue parole sono mine, le sento esplodere in cortile, al posto delle margherite, ora ci sono cariche esplosive! Due lunghe e romantiche vite divise... ...da queste rime. Le tue labbra stanno male, lo so, non hanno labbra da mangiare, oh ma la fame d'amore la si può curare, dannazione! Con le parole, sì, che fanno male, fanno sanguinare, ma non morire! Ah!Le tue parole sono mine, le sento esplodere in cortile, al posto delle margherite, ora ci sono cariche esplosive! Due lunghe e romantiche vite due lunghe e romantiche vite! Due lunghe e romantiche vite divise... ... dalle parole
E se dovessi cadere non mi afferreresti? E se sono dispiaciuto, ma dispiaciuto abbastanza? E se dovessi cadere avrai pietà di me? Confonderai il mio amore con le ragnatele?
dovrei essere talmente in tanti modi oggi e ieri e due giorni fa che probabilmente tutti si aspettano che io sia un'altra persona e pensare che molti mi conoscono.
un'altra persona con un altro tempo un altro cuore un'altra rabbia un altro percorso un altro rumore un'altra voce un'altra parola una parola in meno senza rimpianti senza dispiacere senza buio senza protestare senza sbottare senza esigere senza sottolineare senza aggredire senza lasciare senza arrivare senza lottare senza indicare senza capire.
e tu, me lo dici come sei tu? sei vera? sei trasparente? sei sincera? sei innamorata? sei simpatica? sei una con le idee chiare? sei intenditrice di musica? sei fotografa? sei studentessa? sei brava? sei lavoratrice? sei realizzata? sei in macchina? sei bionda? sei mora? sei tu?
mi sa che nessuno sa chi è l'altro sa perchè c'è un altro sa che farsene di un altro che ti toglie aria che vuole raggiungerti se cammini. mi sa che nessuno ama di nuovo appare nuovo aspira al nuovo ora che si aspetta solo che passi il tempo inizi l'autunno riparta il freddo e le cose da sole prendano quota senza sforzo senza sbattersi perchè tutti sono così pigri che quando ci troviamo a dare il nostro tempo ci sembra uno spreco sempre ci sembra un errore enorme ci sembra tutto un piacere quando di piacere non ne abbiamo più neanche per noi. e quello che abbiamo è un tempo piccolo con cose piccole e percorsi facili e strade semplici e pretese minimali e gioie fisiche o forse neppure quelle pesano più qualcosa.
questa è la rosa che non so dove spedirti perché non so bene l'indirizzo e non so se c'è il tuo nome sulla porta. è una rosa soltanto perché uno non se ne fa niente di 300 rose non sa nemmeno dove metterle tutte quelle rose nel caso arrivino. è una rosa che in cima la vedi e va tutto bene poi mentre scendi senti anche le spine e diventa verde e non so ma ci si abitua anche alle spine, lo fai per avere la rosa, che ti abitui alle spine, forse? questa è una rosa che è una soltanto che la rosa è un fiore e rappresenta il concetto di fiore e quindi non è manco una rosa è un discorso intorno a lei. questa è una rosa e una rosa puoi anche metterla via puoi anche toglierle i petali e vedere cosa rimane di una rosa cosi senza petali che senso può avere una rosa. di una rosa magari resta il profumo magari resta un'idea magari ci si può pentire di una rosa ci si può pentire di non trattenerla e non volerla più annusare anche se è una anche se è una soltanto e non sai che senso abbia accettarla, quando tutto sta cadendo, e non te ne fai più niente di una rosa.
la dolcezza non esiste allora non esistono le mani allora non esistono i sorrisi allora non esistono i baci allora non esistono gli incontri allora non esistono i superamenti allora non esistono le liti allora non esiste la riappacificazione allora non esiste chiudere gli occhi allora non esiste dormire insieme allora non esiste la rabbia allora non esiste la gioia.
la dolcezza non esiste allora non si insiste allora non si cambia idea allora non si accettano i percorsi allora non si stringono i lacci delle scarpe allora non ci si riveste allora non ci si spoglia allora non ci si accarezza allora non si sogna allora non si riposa allora non ci si addormenta mai allora non ci si supera.
la dolcezza non esiste o forse a volte non ricordo o forse a volte ho capito male o forse a volte ho capito bene o forse è la dolcezza che mi manca ed è quella che esiste è quella che ricerco è quella che a volte trovo è quella che quando perdo mi dico che non esiste mi dici che non esiste.
la dolcezza è quando arriviamo in un posto ed io lascio che tu sia la prima ad entrare ed io sono emozionato di seguirti di inseguirti di arrivarti e quella esiste è la dolcezza in qualche modo che ti concedo e ti offro di nuovo.
c'e' un filo sottile che ad occhio nudo non si vede che all'occhio vestito si nega ugualmente che sembra che neppure ci sia che cosi esiguo non ha senso che esista un filo e cosi sottile non serve a nulla un filo non passa e non collega due dimensioni un filo di quel tipo non ci si possono appendere i panni a quel filo immaginati la vita o le cose serie come la morte, per dire o le cose serie come le emozioni ed il futuro, che ne so, che non ci si puo' camminare in equilibrio su quel filo ne' respirare come respiri su un filo normale ne' teorizzare sopra un filo, perche' non ci stai su c'e' un filo che rimane a prescindere da tutto e che io comunque lo vedo, ogni tanto, e lo stringo e lo curo anche solo fingendo che non ci sia e che quello li cosi bello cosi immortale cosi denso sia un filo invisibile a tutti. quasi a tutti. quasi invisibile. quasi un filo. meno di un filo c'e' solo il filo stesso.