Saturday, October 11, 2008

che la terra ti sia lieve, Esbjorn.

quando ho visto LEUCOCYTE nella fila delle novita' in quella Ricordi del centro mi sono dovuto ricordare di Esbjorn Svensson e della sua incredibile morte, a 44 anni, mentre faceva immersioni vicino alla sua casetta.
a molti di voi non dira' nulla il suo nome, si tratta pero' del leader di uno dei trii jazz piu' fantastici dell'ultimo ventennio. un trio che in Svezia riempiva gli stadi, vinceva grammy e passava su MTV, faceva proseliti che nemmeno una rockband giovanile, avvicinando e avvicinandosi ai giovani, orfani sempre piu' di bella musica, aggiungerei io.
e cosi i puristi vedevano in questo gruppo un'eccessiva tendenza pop, concessioni al mercato, mancanza di autenticita', mestiere e quant'altro potesse ledere l'immagine del GRUPPO JAZZ cosi come andrebbe concepita o come ci vogliono convincere che si debba concepire. da sempre il nordeuropa offre invece nuove soluzioni alla musica afroamericana, elettronica ed elettricita' e quindi loop e campionamenti e rumori vari, guadagnando in originalita' e modernita', dato che oggi il jazz non puo' e non ha senso che sia quello dell'inizio del Novecento, perche' la musica si e' evoluta ed il mondo e' cresciuto anche per quanto riguarda gli ascolti e lo sviluppo sonoro.
come ho letto nelle recensioni siamo tutti un po' tristi mentre ascoltiamo che LEUCOCYTE volga al termine, perche' ad esso non seguira' niente altro, e perche' la direzione che stava prendendo questo fantastico gruppo non la conosceremo mai, rimarra' un'ipotesi o una congettura che si riserva solo a chi davvero emoziona e speri non deluda mai. ma forse dobbiamo solo sorridere, al pensiero che mentre esbjorn annegava e ci lasciava, il suo disco era finito ed era gia' pronto per uscire ed arrivare a noi. come questo splendido brano, che vi consiglio di ascoltare.

1 comment:

mumucs said...

un magnifico trio. come si fa a non essere tristi?

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