Friday, March 25, 2011

un giorno in cui andavo da nena.


mi rimane un giorno esausto e appesantito come un pranzo
estivo senza fine
cosi pieno di lavoro da non prendere più sonno
mi rimane un giorno in cui ho dormito 4 ore eppure mi sono sollevato dal cuscino sorridente.
una rarità, nell'ultimo anno infinito.
mi rimane un giorno in cui non ci facevo caso
ed in cui mi hai atteso
io che ti avevo detto di andare mentre tu sei rimasta.
non ti sei mica mossa
tu che ti sei sempre mossa altrove, come è normale, nel movimento.
sei rimasta li dove pensavo di vederti arrivare,
eri già arrivata e ti sei voltata per avere la conferma che ci fossi.
mi rimane un giorno di agosto in cui di nuovo ho pensato di raggiungere qualcuno
in cui mi sono svuotato di tutte le mie delusioni,
le ho messe affianco alle tue e le abbiamo incendiate come libri.
tu hai incendiato cose più concrete,
io non so più cosa ho bruciato, pazienza, bruciavano e va bene cosi.
mi rimane ancora quella mattina di oristano cosi fresca
che nemmeno mi sembrava agosto
ed ho abbassato lo sguardo
perché finalmente guardavo qualcuno di nuovo con affetto
con pienezza
come non avessi il dolore che invece avevo e porto ancora.
mi rimane quella mattina
cosi giusta, cosi brillante, cosi esatta,
come una coincidenza
come una cosa voluta.
mi rimane quella mattina di agosto
a oristano
mentre andavamo via,
e tutto mi tornava
tutto mi sembrava si stesse svolgendo bene
come una matassa sbrogliata
come un cavo arrotolato giusto
come un fiore che si schiude.
mi rimane quel giorno
che quello dopo l'ho perso e l'ho confuso
o forse l'ho rovinato
o forse ero già io, quello rovinato,
nelle bugie,
nei sottintesi
nei confronti
nelle sconfitte.

2 comments:

Anonymous said...

disarmi con dolcezza. bravo.

pollockmusic said...

Era un giorno troppo bello per lasciare che cadesse e si dimenticasse. Troppo.

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