Tuesday, January 03, 2006

la mia camera



La mia camera
è una stanza di albergo ad Urbania,
ci torno la notte e l’indomani riparto
con 400 chilometri fatti e 400 da fare
pur di lavorare.
Ci dormo senza direzione,
le voci da fuori mi insultano
ed io non mi pento del viaggio
ma solo del vino cattivo assaggiato.
Sono un ospite
e Tetta non lo sopporta
e Nuccio protesta di nuovo.
Li ritrovo dove li ho posati
splendenti e sposati
con la comunicazione accennata
dalle rughe.
Il camino della casa di un tempo
è più piccolo e chiuso
il mio sguardo su Nuoro invecchiato e deluso
accorato e immaturo
accaldato e duro
se vuoi traditore o viziato o all’oscuro.
Sto pensando di lavare i panni nuovi in via Piella,
dopo aver salutato un probabile sardo
che sorride alle 20 da sobrio all’ingresso dell’Enoteca Italiana,
come fosse contento di vedermi entrare.

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